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Spot-Promo “Brancaleone Superiore” (RC)

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Brancaleone (Reggio Calabria). Un Paese-fantasma che a distanza di molti anni dal suo spopolamento rivive ancora oggi nella memoria di quanti hanno avuto modo di abitarvi nel periodo di massimo splendore. E’ Brancaleone Superiore, il vecchio borgo medievale costruito sulla sommità di una collina, fatto apposta per sfuggire alle invasioni saracene. Del vecchio borgo sono rimasti solo gli scheletri delle case con le loro pietre fredde che guardano tristemente verso il piano. Una visione stupenda che attira numerosi visitatori desiderosi di trascorre qualche ora di relax al riparo dagli inquinamenti acustici e ambientali. E’ un’oasi di quiete e tranquillità dove gli unici rumori sono quelli dei campanacci delle pecore o delle capre che pascolano negli anfratti circostanti. Il vecchio cimitero, ripulito recentemente dalle erbacce grazie all’impegno di un gruppo di volontari sollecitati dall’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Francesco Moio, oggi è possibile visitarlo e portare un fiore sulle tombe dove sono racchiusi i corpi degli abitanti del vecchio paese. In un’ala del luogo sacro sono visibili le piccole tombe dove venivano seppelliti i resti dei bambini deceduti in età prematura. Una fitta al cuore assale il visitatore di fronte a questo scenario. Alcuni anni fa, durante la gestione amministrativa dell’ex Sindaco Domenico Malara, era stato elaborato un progetto per il recupero di una parte dell’abitato del vecchio borgo. Anche la Sovrintendenza dei Beni Culturali per la Calabria ha provveduto a stanziare un contributo di 300.000 euro per alcuni lavori di restauro. I lavori hanno permesso di recuperare parte del centro urbano con il ripristino delle antiche strade di accesso al paese, il restauro di Piazza Vittorio Emanuele dopo un attento studio del sito e uno scavo archeologico che permetteva la lettura di relazione tra alcune bucature di superficie e le grotte sottostanti. E’ stata restaurata la Chiesa-Grotta “Madonna dl Riposo” e l’area circostante per la creazione di un piccolo parco che permetta il facile accesso e la sosta dei visitatori. L’antica Chiesa dell’Annunziata(ricostruita negli anni ’30, all’interno della quale si possono ammirare i resti di un prezioso altare in marmi policromi risalente al ‘500) è stata rimessa a nuovo nella sua struttura portante e si candida per essere protagonista per ritornare ai fasti del passato. Qualche anno fa il vecchio borgo di Brancaleone Superiore è stato al centro dell’attenzione poiché ha ospitato il “Paleariza”, un rassegna di musica etnica che ha fatto registrare una forte presenza di appassionati e intenditori. Sulle origini di Brancaleone Vetus sono state ipotizzate diverse teorie, ma una delle più accreditate rimane comunque legata al vasto movimento monastico che si verificò in Calabria a partire dal V e VI secolo d.c., con l’arrivo dei religiosi appartenenti all’ordine dei Basiliani e che interessò soprattutto l’area jonica. Probabilmente, si legge nei libri di storia, nell’anno 1000 Brancaleone Superiore fu completato, divenendo capoluogo di baronia e feudo. Il castello ospitò per molti anni i Ruffo (1364-1515); successivamente vi fu il dominio degli Ayerbo D’Aragona, conti di Brancaleone (1515-1565); nel 1571 abbiamo gli Spatafora di origine greca, mentre nel 1674 il feudo passò per successione ai Carafa che rimasero padroni assoluti fino al 1806, affrontando l’avvento dei Borboni (1734) con Carlo I Borbone; nel 1774 l’intestazione del marchesato viene fatta in nome del legittimo erede dei Carafa, Vincenzo VII marchese di Brancaleone, che sarà l’ultimo feudatario. Sull’origine del nome, i documenti confermano che anticamente Brancaleone si chiamava Sperlinga o Sperlonga (dal latino Spelonca e dal greco Spelux con il significato di caverna o spelonca), e ancora oggi c’è una via Sperlongara, una torre di vedetta con questa denominazione e anche, appunto, delle grotte di Sperlonga, laure trogloditiche basiliane, all’interno delle quali i monaci scelsero di condurre la loro esistenza. Il vecchio borgo di Brancaleone Superiore è stato abbandonato dai suoi abitanti agli inizi degli anni cinquanta/sessanta dopo una violenta alluvione che ha distrutto gran parte dei fabbricati e delle infrastrutture. Cesare Pavese, scrittore e poeta piemontese, durante il suo confino politico nella Marina di Brancaleone (anni 1935/1936) vi andava spesso nel vecchio borgo per trascorrere qualche ora in compagnia di amici e conoscenti.

FONTE: www.newz.it

a cura di Agostino Belcastro

UN ANGOLO DA SCOPRIRE……

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