In cima ad un ripido colle a forma di tronco di cono, a dominio dello Stretto di Messina,possiamo ammirare i ruderi del Castello di Santo Niceto.
Visitarlo stimola i richiami del passato, quando all’interno della cinta muraria fremeva l’attività di uno dei meglio attrezzati fortilizi dell’intera Calabria. Ma nello stesso tempo una visita a S. Niceto offre la scoperta di bellezze naturali straordinarie, con panorami che spaziano sulle ultime propaggini aspro montane fino a Capo D’Armi, sull’Etna e sullo Stretto di Messina.
Risalente al periodo bizantino, la fortezza di S. Niceto rappresenta un raro esempio di architettura alto medievale in Calabria. Il castello presenta una pianta irregolare, che ricorda la forma di una nave con la prua rivolta alla montagna e la poppa al mare.
Oggi restano ben visibili le mura di cinta, in parte franate, ma in certi tratti quasi intatte, la porta d’ingresso con le due torri quadrate e resti di altre torri ed alcuni ruderi all’interno delle cinta, come quelli di un’imponente cisterna per la raccolta dell’acqua.
Visitarlo stimola i richiami del passato, quando all’interno della cinta muraria fremeva l’attività di uno dei meglio attrezzati fortilizi dell’intera Calabria. Ma nello stesso tempo una visita a S. Niceto offre la scoperta di bellezze naturali straordinarie, con panorami che spaziano sulle ultime propaggini aspro montane fino a Capo D’Armi, sull’Etna e sullo Stretto di Messina.
Risalente al periodo bizantino, la fortezza di S. Niceto rappresenta un raro esempio di architettura alto medievale in Calabria. Il castello presenta una pianta irregolare, che ricorda la forma di una nave con la prua rivolta alla montagna e la poppa al mare.
Oggi restano ben visibili le mura di cinta, in parte franate, ma in certi tratti quasi intatte, la porta d’ingresso con le due torri quadrate e resti di altre torri ed alcuni ruderi all’interno delle cinta, come quelli di un’imponente cisterna per la raccolta dell’acqua.
LA SUA STORIA
Il castello fu costruito come luogo di avvistamento e di rifugio per la popolazione reggina, in seguito all’intensificarsi delle scorribande saracene lungo le coste calabresi e siciliane.
Con il passaggio della Calabria sotto il dominio dei Normanni, che conquistarono la fortezza intorno all’anno 1050, tale struttura fu ristrutturata ed ampliata con l’aggiunta di alcune torri rettangolari. Da questo momento vennero scritti documenti che ne danno notizia.
Nel corso del XIII secolo il castello divenne il centro di comando del fiorente feudo di Sant’Aniceto che nel 1200 fu tormentato dalle guerre tra Angioini ed Aragonesi che si avvicendavano sul territorio reggino e, come molte altre zone della Calabria, passò in diverse mani; nel 1321 fu consegnato agli Angioini.
Nel 1434 Santo Niceto diventa baronia e domina sui territori di Motta San Giovanni e Montebello (un riferimento antecedente a Motta San Giovanni si trova in un documento del 1412).
Con il passare del tempo Sant’Aniceto perse progressivamente potere entrando in conflitto con la città di Reggio e per tale motivo fu distrutto nel 1459 dal duca Alfonso di Calabria. Sant’Aniceto dunque cadde definitivamente per mano dei Reggini appoggiati dagli Aragonesi, definitivi vincitori della secolare lotta contro gli Angioini.
In un documento del 1604 Santo Niceto è detto appartenere alla Baronia di Motta San Giovanni.
Con il passaggio della Calabria sotto il dominio dei Normanni, che conquistarono la fortezza intorno all’anno 1050, tale struttura fu ristrutturata ed ampliata con l’aggiunta di alcune torri rettangolari. Da questo momento vennero scritti documenti che ne danno notizia.
Nel corso del XIII secolo il castello divenne il centro di comando del fiorente feudo di Sant’Aniceto che nel 1200 fu tormentato dalle guerre tra Angioini ed Aragonesi che si avvicendavano sul territorio reggino e, come molte altre zone della Calabria, passò in diverse mani; nel 1321 fu consegnato agli Angioini.
Nel 1434 Santo Niceto diventa baronia e domina sui territori di Motta San Giovanni e Montebello (un riferimento antecedente a Motta San Giovanni si trova in un documento del 1412).
Con il passare del tempo Sant’Aniceto perse progressivamente potere entrando in conflitto con la città di Reggio e per tale motivo fu distrutto nel 1459 dal duca Alfonso di Calabria. Sant’Aniceto dunque cadde definitivamente per mano dei Reggini appoggiati dagli Aragonesi, definitivi vincitori della secolare lotta contro gli Angioini.
In un documento del 1604 Santo Niceto è detto appartenere alla Baronia di Motta San Giovanni.
COME ARRIVARE AL CASTELLO:
Da Motta, due Km dopo il Paese, in Località S. Basilio, girare a sinistra e seguire le indicazioni che in poco più di 3Km portano al castello.