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Brancaleone Vetus, fra miti e leggende

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Che la Calabria fosse piena di miti, leggende e misteri è cosa ormai assodata! La fantasia dell’uomo ha sempre cercato di trovare delle spiegazioni logiche a strani fenomeni che insistono su luoghi, castelli, borghi e foreste dell’intero territorio, così come in ogni parte d’Italia non è difficile trovare storie di spiriti, fantasmi e strane creature.

Oggi ci focalizzeremo sui misteri che aleggiano sul borgo di Brancaleone Vetus (RC), paese abbandonato, ma che tanto affascina ancora oggi una vastità di visitatori che ogni anno si recano in questo luogo per riscoprire la magia d’un tempo, ancora impregnata nei ruderi delle vecchie abitazioni, che sembrano in qualche modo condurci in atmosfere ancestrali, di un passato che ancora resiste e persiste nel nostro immaginario.

Sono gli anziani che ci consentono di fare un salto indietro nel tempo, alla scoperta di storie e vicende che vuoi o non vuoi, rimangono ancora incarnate dentro quelle mura precarie che hanno attraversato secoli di vita e vicissitudini dai contorni indefiniti e dai significati profondi.

tra le storie che ancora  oggi si tramandano nel nostro territorio emerge quel forte senso di appartenenza ad un passato per il quale queste  leggende erano parte integrante della vita quotidiana, che aveva una concezione della paura ben diversa da quella di oggi.

Ci affascina l’idea che Brancaleone dal punto di vista geografico si trovi in una posizione dove sacro e profano combattono da secoli una battaglia senza pari, questi luoghi oggi riscoperti dalle nuove generazioni,  hanno un forte bisogno di tornare a raccontare storie del passato, di tornare indietro nel tempo anche solo attraverso la fantasia dei racconti del focolare.

 

La processione dei defunti;

Tra le testimonianze che ancora oggi possiamo cogliere tra gli anziani del luogo non possiamo esimerci dal citare la misteriosa “processione dei defunti” di Brancaleone Superiore; questo fenomeno si verificherebbe ogni primo Venerdì del mese per tutta la notte. Questa macabra processione pare si snodi dal vecchio cimitero di San’Anna fino a compiere un giro tra le antiche viuzze dell’antico abitato. Alcune testimonianze dirette (che preferiscono rimanere anonime) ci raccontano anche di incontri con questi spettri  che pare avevano al posto delle dita delle fiammelle simili a candele.

 

L’antico maniero di Capistrello;

Un’altra leggenda riguarda il misterioso e antico maniero di Capistrello (posto sull’altra sponda del torrente Altalìa che separa le colline di Pressocito e Brancaleone. Si racconta infatti, che in questo luogo i Saraceni convivessero pacificamente con gli indigeni locali e che questo castello che fosse collegato da un ponte sospeso che lo collegava all’ antica “Sperlinga” (ovvero Brancaleone), questo ponte veniva costruito di giorno e distrutto di notte per paura che i saraceni saccheggiassero Brancaleone. Una notte di tanti secoli fa, questi saraceni si recarono in paese per compiere razzìa, credendo fosse Pasqua, ma avendo sbagliato settimana e non trovando nulla da saccheggiare tornando indietro a Capistrello urlando sconsolati alle loro donne questa frase: “scucinè scucinè ca non è pasca, ma è iornu i frasca”  che tradotto starebbe a significare “non cucinate, che oggi non è Pasqua me giorno delle Palme”.

 

Le streghe di Capistrello;

Altra leggenda che lega questo luogo al mistero, è quella che afferma la presenza di una gallina dalle uova o pulcini d’oro, protetta dalle streghe che abitavano questo castello e dalle sembianze ibride (ovvero mezze umane e mezze animali). Queste streghe pare, fossero solite frequentare il borgo di Brancaleone, esse, si racconta, erano solite preparare pozioni magiche e riti d’amore. Pare che nei tempi remoti, un umile garzone abbagliato dalla possibilità di arricchirsi, volle tentare di impossessarsi di queste uova per realizzare tutti i suoi desideri, ma l’impresa non fu per nulla facile, bisognava scalare tutta la collina che si trova a picco sul torrente, tanto è vero che il ragazzo non fece mai più ritorno al paese.

 

Le Gole del Diavolo;

Lungo le gole del torrente Ziglìa o Altalìa all’altezza di Loc.  San Costantino vi è un luogo conosciuto dai locali col nome di “gole del diavolo” questo si riferisce ad un episodio in particolare molto inquietante. Si narra che in tempi remoti tre persone del luogo si recarono in queste gole per leggere un  “libro nero” che tradotto sarebbe “il libro dei morti”,alla lettura del contenuto di questo libro improvvisamente il cielo si oscurò di nuvole ed un vento impetuoso si abbatté su queste persone come un vortice, quando tutto cessò, ognuno di essi si ritrovò in tre luoghi diversi; una restò sul luogo, un’altra si ritrovò in una zona di Ferruzzano, l’altra  in una zona di Staiti, tutte e tre pare che improvvisamente parlassero lingue diverse e sconosciute, inoltre si dice che su ognuno di questi tre luoghi si incise misteriosamente sulla roccia, una stella a cinque punte. (Sono fonti ovviamente non attendibili, per cui il condizionale è d’obbligo).

 

Il serpente di Brancaleone;

E ancora; pare che tra i boschi di Brancaleone Superiore si nascondesse un enorme serpente e che in un giorno di pioggia qualunque avventurandosi fra questi boschi era facile incontrare questa creatura mostruosa, che dopo aver leccato il viandante avrebbe rivelato il suo futuro. Non meno fantasiosa è la credenza popolare che vuole  le pietre di Brancaleone Vetus, raccolte per la strada e portate con se in viaggio, assicurino fortuna e protezione.

 

I Fichi d’India portafortuna;

Altra singolare credenza popolare riferisce che chiunque sarebbe riuscito a mangiare sette fichi d’india rossi colti sulle pareti rocciose del vecchio castello, avrebbe avuto in sposa la più ricca del paese.

 

 

 

Di leggende Brancaleone ne è ricca, così come ogni paese d’Italia, leggende che spesso si rincorrono l’una con l’altra, talvolta con delle variabili che contestualizzano  luoghi, persone e personaggi della mitologia greca. Queste fonti orali non ci danno prova di tutto ciò, ma a noi piace pensare che ogni storia nasconda qualcosa di vero, d’altronde ogni leggenda si fonda su fatti realmente accaduti e poi narrati dall’ esasperazione orale e goliardica della gente.

 

Il Castello di Raso;

Nella vicino frazione Razzà (ai piedi della collina di Brancaleone Superiore) si trova il “Castello di Raso” (storica località caratterizzata da piantagioni di ulivi centenari), questa casa si dice fosse infestata di spiriti, se vero che nessuna testimonianza diretta possa avallare questa strana ipotesi,  sappiamo che questa abitazione (oggi privata) ha cambiato diversi proprietari nel tempo, si dice proprio a causa del manifestarsi di fenomeni paranormali che hanno impaurito di volta in volta  i proprietari.

 

 

In realtà questa località è posta proprio sul famoso “Passo dei Francesi” in certi periodi dell’anno infatti  è solito incontrare un banco di nebbia densa che si forma alla sera e si dirada dal mattino successivo. In questa località infatti avvenne una sanguinosa battaglia nel 1799, testimonianze ci raccontano di episodi di apparizioni di fantasmi vestiti con abiti dell’epoca. Il riferimento ci riporta alle anime dei caduti in questa battaglia che spesso vagano per questa zona oggi attraversata dalla strada provinciale che collega Brancaleone a Bruzzano e Staiti.

 

Nel luglio 2015 un fotografo reggino, ha immortalato uno strano oggetto non identificato stazionare sulla collina di Brancaleone che sembrerebbe essere stato un avvistamento UFO.

 

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