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Brancaleone ed il suo territorio

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ll territorio di Brancaleone e delle comunità circostanti si configura come  “la porta d’ingresso”  di un’area che conserva intatto il patrimonio delle  tradizioni, qualificandosi come zona di eccellenza  naturalistica, turistica e  produttiva.

Per quanto attiene il patrimonio culturale ed ambientale, l’area appare particolarmente ricca di beni archeologici, architettonici, soprattutto a carattere religioso, di risorse ambientali di notevole valenza ecologica. Tra quelli di maggiore rilevanza si annoverano: testimonianze archeologiche di epoca  Bizantina come le chiese grotte:

La maggior parte di queste grotte antropiche si presentano come semplici cavità rocciose, alcune di grandi dimensioni, altre piuttosto anguste, altre ancora costituite da un ingresso ampio ed altri più piccoli all’interno: si tratta di celle monastiche, utilizzate dai religiosi dell ‘ epoca come luoghi di meditazione, ma anche come ambiente essenziale dove si svolgeva la vita quotidiana. Successivamente alcune di esse furono trasformate in rifugi dai primi abitanti del luogo, per sfuggire ai frequenti attacchi nemici, mentre altre continuarono ad essere sfruttate come ambienti di servizio annessi alle abitazioni. Particolare importanza rivestono alcune grotte-chiese, che conservano ancora al loro interno incisioni sacre armene ed alloggiamenti destinati, all’epoca, a nicchie porta icone ed altari.

Sono state individuate circa 10 celle monastiche e 4 grotte-chiese, tutte risalenti ai sec. VIII-IX , tranne una, più tarda, del XII sec centri storici dei Comuni contermini nella proprietà Maddalone, vi è una grotta, larga all’ingresso un metro, alta m. 1.95 e lunga m.1.80 e ha due nicchie: nella parete destra e in quella di fronte all’entrata. Gli affreschi sono meglio conservati nelle pareti di fondo; nella nicchia è raffigurata la madonna in atto di adorazione del bambino, adagiato in fasce e ai suoi lati sono raffigurati un corteo di Santi e Sante, martiri, vergini e monaci;

lo stile sembra rinascimentale e la foggia del terzo Santo di destra, un monaco imberbe e con una sottile corona di capelli, è, a differenza del primo di stile occidentale(una pregevole descrizione della grotta e di un suo dipinto murale, denominato della “Madonna del riposo” ci ha dato il professore Domenico Minuto, nel 1966, pubblicato in “Catalogo dei monasteri e dei luoghi di culto tra Reggio e Locri). La religiosità e la devozione cristiana, ma soprattutto motivi di prestigio, portava alcune nobili famiglie a fare costruire chiese-cappelle nelle loro proprietà e inoltre festeggiavano annualmente con festeggiamenti popolari un santo o una madonna.

(Sebastiano Stranges)

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